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La pandemia di coronavirus e il boom di pacchi fanno aumentare il fatturato globale del mercato postale svizzero

08.06.2021

La pandemia di coronavirus e il boom di pacchi che ne è derivato hanno determinato un aumento del 3 per cento del fatturato globale del mercato postale svizzero. È quanto emerge dal rapporto d'attività 2020 della Commissione federale delle poste PostCom. In un contesto particolarmente difficile, la Posta svizzera ha dovuto spingersi ai limiti della propria operatività per poter garantire l'erogazione dei servizi postali. I suoi sforzi – come quelli degli operatori privati – si sono rivelati indispensabili e di rilevanza sistemica. Nel contempo alcuni trend di lungo termine, in particolare le mutate abitudini dell'utenza dovute alla digitalizzazione, hanno subito un'accelerazione. Questi fattori aumentano ulteriormente la pressione sul servizio universale e sul suo finanziamento.

 

A seguito della marcata crescita del settore posta-pacchi, nel 2020 il fatturato globale del mercato postale svizzero è aumentato di 4,2 miliardi di franchi (+3 %). Un simile aumento non si registrava più da anni. Il volume, invece, attestatosi a 3,1 miliardi di invii, ha subito una contrazione del 4,5 per cento. Questa tendenza negativa è da ascrivere al numero notevolmente minore di lettere, giornali e riviste recapitati. Nell'anno in esame, la quota della posta-lettere rispetto al fatturato globale si è attestata al 37 per cento, un nuovo record negativo, dopo che per cinque anni era stata pari a più del 50 per cento.

Considerando unicamente il mercato del servizio universale (pacchi fino a 20 kg, lettere fino a 1 kg nonché giornali e riviste), si giunge alle stesse conclusioni. Il fatturato nel servizio universale, pari a 3,3 miliardi di franchi, è aumentato del 2,8 per cento rispetto all'anno precedente. Il fatturato realizzato dalla Posta e dagli operatori privati nella posta-pacchi ha subito un'impennata, attestandosi a 1,482 miliardi di franchi (+32,5 %). Per quanto riguarda gli invii di lettere nel servizio universale si è invece registrato una forte diminuzione del fatturato (-13,8%); la comunicazione virtuale ha infatti guadagnato notevolmente terreno in ragione delle regole di distanza sociale da rispettare durante la pandemia.

 

Gli effetti su vasta scala della pandemia di coronavirus

La pandemia di coronavirus pone la Posta dinanzi a una serie di sfide. Da un lato ha dovuto far fronte a una quantità esorbitante di pacchi in seguito all’introduzione dell’obbligo di smart working, con conseguente aumento del numero di ordinazioni online, e alle restrizioni imposte sugli acquisti nei negozi. Dall’altro, non è bastato semplicemente aumentare le risorse di personale, dal momento che l’impiego dei collaboratori era limitato e ostacolato da varie misure di sicurezza. Molti processi postali hanno subito forti restrizioni o adeguamenti.

Durante la situazione straordinaria il Dipartimento federale dell'ambiente, dei trasporti, dell'energia e delle comunicazioni (DATEC) ha consentito alla Posta, in virtù dell’ordinanza 2 COVID-19 all’epoca vigente, di derogare dalle prescrizioni di legge previste nel servizio universale. La Posta era tenuta a fornire tutte le prestazioni, soprattutto anche nel recapito, secondo il principio del «best effort». Inoltre, per quanto riguarda i tempi di consegna di pacchi e lettere, la PostCom ha riconosciuto per diversi mesi la presenza di cause di forza maggiore, interrompendo quindi le consuete misurazioni dei valori.

Tenendo conto degli eventi di forza maggiore, con valori pari al 98,0 percento per le lettere di posta A e al 99,2 percento per le lettere di posta B, la Posta ha superato il requisito fissato al 97 per cento. Nel caso dei pacchi, la Posta ha superato il requisito del 95 per cento, registrando un valore del 95,4 per cento per i pacchi Priority e del 95,5 per cento per i pacchi Economy.

 

Garantita la raggiungibilità

Ai sensi dell’ordinanza sulle poste, la Posta deve garantire che il 90 per cento della popolazione residente permanente di un Cantone possa raggiungere, a piedi o con i mezzi pubblici, un ufficio o un’agenzia postale nell’arco di 20 minuti. Se la Posta offre un servizio a domicilio, tale arco di tempo è di 30 minuti. La Posta ha soddisfatto questi requisiti in tutti i Cantoni. A causa di chiusure temporanee, durante la situazione straordinaria la raggiungibilità nel Cantone Friburgo è temporaneamente scesa al di sotto della soglia del 90 per cento. Il suo valore annuo, tuttavia, è ritornato in linea con il requisito di raggiungibilità, salendo a quota 92,75 per cento.

 

Nuovi criteri per l'esame di soluzioni con il servizio a domicilio

Nel corso dell’anno in rassegna, la PostCom ha emanato 24 raccomandazioni relative alla chiusura o alla trasformazione di uffici postali. Inoltre ha deciso di non entrare nel merito di due domande di riesame avanzate da altrettanti Comuni.

Nei casi in cui non trovi un partner di agenzia, come alternativa la Posta fa un uso crescente del servizio a domicilio anche nei Comuni più grandi. In seguito a questo nuovo orientamento strategico, il numero di soluzioni di rimpiazzo con servizio a domicilio è aumentato sensibilmente tra i casi sottoposti all'esame della PostCom. Nel corso dell’anno in esame, la PostCom ha pertanto definito dei criteri con cui stabilire i presupposti per l'adozione di simili soluzioni.

Alla fine del 2020, la rete di punti di accesso comprendeva 902 uffici postali gestiti in proprio e 1'185 agenzie postali, per un totale di 2'087 punti di accesso presidiati. Al pari degli anni precedenti, il numero di uffici postali è diminuito in misura maggiore rispetto all'aumento del numero di agenzie. Secondo la nuova strategia «La Posta di domani», l’obiettivo è raggiungere una stabilizzazione entro il 2024 con 800 uffici postali.

Il numero di località con servizio a domicilio è salito a quota 1’797, ossia 22 in più rispetto all’anno precedente. Anche la percentuale di economie domestiche che beneficiano di un servizio a domicilio in Svizzera è leggermente aumentata, attestandosi al 9,5 per cento.

 

In aumento il numero di edifici abitati tutto l'anno a beneficio di soluzioni alternative

A fine 2020 in Svizzera si contavano 1’783’250 edifici abitati tutto l’anno. Stando alle indicazioni della Posta, 2’159 indirizzi in quel periodo non beneficiavano di una distribuzione regolare a domicilio. Il numero di edifici abitati tutto l’anno con soluzione di rimpiazzo continua a crescere (8,9%) di anno in anno in modo più marcato rispetto al numero di edifici abitati tutto l’anno (0,7%). Le soluzioni di rimpiazzo sono invece dell'ordine del per mille, se le si confronta con il numero totale di edifici abitati tutto l’anno.

 

Il finanziamento del servizio universale nell'occhio del ciclone

Il servizio universale e il suo finanziamento sono attualmente oggetto di ampie discussioni politiche. La privatizzazione di PostFinance proposta dal Consiglio federale significherebbe il suo scorporo dal gruppo Posta. L’attuale stretta interdipendenza e collaborazione tra PostFinance e le altre società del gruppo per la fornitura del servizio universale con prestazioni del servizio postale e del traffico dei pagamenti di conseguenza dovrebbero essere adeguate. Questo passo presupporrebbe una revisione delle disposizioni sul servizio universale sancite nella legge sulle poste (LPO). Dal punto di vista regolatorio va sottolineato che al momento i costi netti del servizio universale possono ancora essere sostenuti dalla Posta. In futuro, tuttavia, bisognerà mettere in conto ulteriori diminuzioni dei ricavi, soprattutto sul fronte del monopolio della posta-lettere – un trend ulteriormente accentuato dall’impatto della digitalizzazione dovuto alla pandemia di coronavirus.

 

Commissionato uno studio di approfondimento sulla revisione degli standard minimi

L’evoluzione dell’e-commerce e l’offerta di consegne e resi gratuiti rendono il mercato dei pacchi sempre più competitivo. La pressione sui margini delle imprese e quindi anche sulle condizioni di lavoro aumenta a vista d’occhio. Di riflesso, si acuisce anche il rischio del dumping salariale. All’inizio del 2021 PostCom ha commissionato uno studio di approfondimento sulle condizioni lavorative nel mercato postale e ha istituito una commissione consultiva di esperti in cui sono rappresentate anche le parti sociali. Gli esiti di questo studio confluiranno nella revisione dell’ordinanza sugli standard minimi delle condizioni di lavoro nel settore dei servizi postali, che subirà le prime modifiche a partire dal 2023.

Dai controlli effettuati nel 2020 dalla PostCom emerge che alcune imprese non rispettano gli standard minimi. Le infrazioni riguardano in particolare la durata della settimana lavorativa contrattualizzata con i dipendenti (44 ore al massimo), il salario orario (CHF18.27 come minimo) e altri obblighi generali previsti dal diritto del lavoro, quali le indennità per lavoro notturno e la registrazione delle ore di lavoro. Nei casi in cui l’impresa controllata non dimostri di rispettare le disposizioni legislative e regolamentari relative alle condizioni di lavoro, la PostCom può disporre misure e sanzioni in conformità agli articoli 24 e 25 LPO, tenendo conto della gravità dell’infrazione e della situazione finanziaria dell’impresa.

 

Procedure e denunce rette dal diritto in materia di vigilanza

Nell’anno in esame il segretariato specializzato di PostCom ha ricevuto complessivamente 33 lettere da cittadini scontenti dell'operato della Posta (2019: 27). In più vi sono state una cinquantina di lettere che contenevano varie richieste. Nel 2020 gli altri operatori postali sono stati oggetto di quattro lettere di reclamo (2019: 1).

Nel 2020 sono pervenute una ventina di contestazioni e richieste riguardanti le cassette delle lettere (2019: 28). In due casi è stata avviata una procedura amministrativa (2019:4). Nel corso dell’anno in esame, la PostCom ha concluso due procedure con una decisione materiale (2019: 14). Ha respinto una domanda e ne ha accolta una (2019: 12 rigetti, due domande accolte). Nessuna procedura è stata stralciata a seguito di accordo tra le parti o ritiro da parte del richiedente (2019: 4).

Nell’anno in esame sono stati emanati 14 decreti penali per violazione dell’obbligo di notifica. 13 di essi sono stati accettati dai soggetti interessati e le decisioni sono passate in giudicato. L’ammontare delle ammende era compreso tra CHF 200 e CHF 3’000.

Nel 2020 l'ufficio di conciliazione ha trattato complessivamente circa 2'300 richieste (lettere, e-mail e telefonate). 82 pratiche si sono concluse con esito positivo, mentre due controversie sono tuttora pendenti. In cinque casi non si è giunti a un accordo. In nessun caso è stata avviata una procedura giudiziaria.

 

Trasformazione del settore postale ancora da attuare

Senza il suo settore postale, la Svizzera avrebbe avuto molte più difficoltà a superare le fasi di quasi totale annullamento della vita sociale e a garantire l’approvvigionamento. Ciononostante: non tutto è filato liscio. Una volta che la Svizzera si sarà lasciata alle spalle, o quanto meno avrà meglio sotto controllo la crisi sanitaria sarà necessario prendere in esame le situazioni critiche e individuare i possibili miglioramenti.

Ad aver subito cambiamenti, negli ultimi anni non sono stati soltanto i prodotti e i servizi postali offerti. Anche in relazione alla struttura del mercato si individuano processi di trasformazione. Più passa il tempo e più il mercato liberalizzato attira operatori che erogano le prestazioni postali in modi diversi rispetto a quanto fatto sinora dalle imprese tradizionali. Un dato di fatto tuttavia non cambia: anche questi nuovi attori sono obbligati a registrarsi presso la PostCom.

Sono i trend a lungo termine a influenzare il settore postale. La pandemia e le conseguenti restrizioni per la vita pubblica modificano irrimediabilmente le abitudini dei clienti. Tutti questi fattori aumentano la pressione sul servizio universale e sul suo finanziamento.

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Ultima modifica: 11.12.2023